venerdì 14 dicembre 2012

Paradigmi in Competizione


Volevo dare una svolta al blog e limitarmi a parlare di IT e Gaming, ma non c'é la faccio è più forte di me, essere nel 2012 e vedere tutta questa incompetenza ed "incapacità prospettica", mi sta facendo impazzire, ma stiamo sul pezzo.

 1) Paradigma competitivo.
è quello nel quale viviamo oggi, tutto è contrapposto a qualcos'altro, due fazioni politiche si contrastano a vicenda e competono per la sovranità sul territorio. Così come le Università competono tra loro, all'estero per innovazione e ricerca, in italia per raccogliere i fondi da destinarsi ai rettori. (battutaccia ... ok :P)

 2) Paradigma cooperativo.
è quello che vediamo oggi nell'open-source  nel Creative Commons  basti pensare a Linux o a Torrent  ed al web stesso, che si sono evoluti grazie ai codici sorgenti aperti, ma anche a Wikipedia, dove la gente gratuitamente contribuisce al mantenimento della più estesa biblioteca di sempre.

Il paradigma competitivo ha funzionato alla grande fino a .. ieri, oggi sarebbe dire troppo. Questo sistema è stato quello che ha portato il libero mercato, la competizione sfrenata ed il capitalismo. Per quanto si narri e si esaminino le cause che hanno portato alla crisi in corso, nessuno oggi ha il coraggio di ammettere che la causa sia l'automazione e l'incremento di produttività oltre al paradigma-competitivo stesso che hanno spinto le banche in una gara a chi tra loro ad offre prestiti senza copertura pur di acquisire clienti.

Il punto però resta quello, Marchionne, come un mucchio di altra gente, ha già ammesso che abbiamo un problema di sovrapproduzione  con l'aggravante di troppi dipendenti. Ed a questo punto abbiamo necessariamente bisogno di cambiare paradigma, lo switch tra Competizione a Cooperazione è indispensabile  prima che la base resti alla fame e che la classe media venga spazzata via.

Ovviamente non ho alcuna fiducia nei Politici, che leggendo queste righe probabilmente non saprebbero nemmeno di cosa io stia parlando, ne tanto meno nei sindacati che come gli altri puntano a riempirsi il piatto. Gli industriali ormai campano con le azioni, e tutto sommato penso che a loro non cambi più di tanto se qualche industria salta, ormai fanno profitti muovendo azioni non prodotti. In ultima istanza pero' restano le associazioni di categoria, e qui gente come Confartigianato, e soprattutto Confcommercio, dovrebbero tirar fuori gli attributi e cominciare a farsi sentire, con i politici e con la gente, perché loro in particolare, sono quelli che dovrebbero difendere la classe media, quella che ha i negozi per strada e che sono il primo punto di movimentazione del denaro.

Ed invece niente, oltre a non sapere, si rifiutano di comprendere mantenendo così in vita un paradigma che non ha più alcuna ragione di esistere, continuiamo con l'accanimento terapeutico.

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